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  Basilica di San Marco
  San Marco, 328
  30124   Venice

  Tel.   +39 041 2708311

 

  Email:   info@procuratoriasanmarco.it

  Web:  

  Pagamento:
       

ARCHITETTURA

L'origine

Cronologia

Impianto architettonico

La costruzione

Il pavimento

Le pietre e i marmi

REPERTORIO ICONOGRAFICO

Da Bisanzio a Venezia

(Da Bisanzio a Venezia)

(De Byzance à Venise)

  Per edificare la basilica di San Marco, Venezia trasferisce in Occidente l’eredità spirituale e materiale di Bisanzio.

L'impianto della Basilica

(L'impianto della Basilica)

(L'aménagement de la basilique)

  L’impianto a croce greca poggia sopra una struttura che nella navata longitudinale centrale riporta motivi architettonici basilicali: il braccio verticale della croce è maggiore rispetto a quelli dei transetti, l’altare è posto nell’area dell’abside. Al di sopra della croce poggiano le cinque cupole, simbolo della presenza di Dio.

L'articolazione dello spazio

(L'articolazione dello spazio)

(L'articulation de l'espace)

  L’articolazione dello spazio è ricca di suggestioni non riscontrabili in altre chiese bizantine. All’interno si propone una sequenza unitaria suddivisa in singole partiture spaziali, cui i mosaici a fondo d’oro garantiscono continuità e rendono la chiesa un modello unico al mondo.

Cronologia: 892 - 1000

(Cronologia: 892 - 1000)

(Chronologie : 892 - 1000)

  Per edificare la basilica di San Marco, Venezia trasferisce in Occidente l’eredità spirituale e materiale di Bisanzio.

Cronologia: 1063 - 1394

(Cronologia: 1063 - 1394)

(Chronologie : 1063 - 1394)

  L’impianto a croce greca poggia sopra una struttura che nella navata longitudinale centrale riporta motivi architettonici basilicali: il braccio verticale della croce è maggiore rispetto a quelli dei transetti, l’altare è posto nell’area dell’abside. Al di sopra della croce poggiano le cinque cupole, simbolo della presenza di Dio.

Cronologia: Fine 1300 - 1500

(Cronologia: Fine 1300 - 1500)

(Chronologie : Fin 1300 à 1500)

  Fine 1300 - primi 1400: Decorazione gotica della facciata con cuspidi, edicole, sculture di angeli e di santi; 1419: Incendio sulla parte anteriore del tetto della basilica; Prima metà del 1400: Intervento di artisti toscani (Maestro Nicolò e Pietro Lamberti e forse Jacopo della Quercia) nelle sculture della facciata: artisti fiorentini nei mosaici della basilica (Paolo Uccello è documentato nel 1425); Metà 1400: Ornamento musivo della Cappella dei Mascoli; 1486: Costruzione della Sacrestia a fianco dell’abside (a cui segue la ricostruzione della chiesetta di San Teodoro a opera di Giorgio Spavento, proto della basilica); 1496: Documentazione dell’esterno della basilica nel quadro di Gentile Bellini: Processione della reliquia in Piazza San Marco;

Impianto architettonico: introduzione

(Impianto architettonico: introduzione)

(Disposition architecturale : introduction)

  La basilica di San Marco, iniziata nel 1063, viene costruita su fondazioni e murature di una chiesa precedente, anch’essa dedicata al santo. Il modello per questa nuova chiesa, molto più grande della precedente, è la basilica dei dodici Apostoli di Costantinopoli.
La nuova struttura è a croce greca con la navata longitudinale di poco più lunga del transetto limitato dai preesistenti edifici (antico castello a sud e la chiesetta di San Teodoro a nord). All’incrocio e sui bracci della croce si innalzano le cinque grandi cupole.
L’impianto architettonico è molto articolato e ripete un unico modulo ben individuabile nella cupola centrale che poggia, mediante i pennacchi e le grandi volte, sui quattro pilastri. Entrambi i bracci della croce sono suddivisi in tre navate.

L’atrio con le sue cupole viene costruito un secolo dopo la fabbrica della chiesa. Il Battistero invece viene costruito, sul fronte sud della basilica, nella prima metà del XIV secolo. Sotto il presbiterio e le cappelle laterali è posta la cripta a tre navate abisdate con l’antico sacello che ha custodito per secoli il corpo di San Marco.

L’idea di architettura che sottostà alla basilica di San Marco è fortemente radicata nel contesto culturale di Costantinopoli. Il modello è la Chiesa dei Dodici Apostoli, costruita ai tempi di Giustiniano e distrutta nel 1462.
La basilica attuale viene collocata in un suolo già edificato, sopra i resti della prima e seconda chiesa, nello spazio disponibile tra il Palazzo Ducale e la chiesetta di San Teodoro (810-819). Una soluzione ardita, che unisce, nell’XI secolo, le memorie, costituite dalla tomba con le reliquie del corpo di San Marco, all’impianto a croce greca di una nuova grande chiesa a cinque cupole, la prestigiosa “Cappella Ducale”.
In San Marco ogni cupola poggia su quattro grandi volte che scaricano il loro peso su pilastri quadripartiti.
L’interno si propone con una sequenza unitaria suddivisa in singole partiture spaziali, cui il mosaico a fondo d’oro garantisce continuità e il particolare modo di essere della chiesa. A diversità dei modelli greci, l’altare, legato alla tomba dell’evangelista, non è al centro della croce, ma sotto la cupola orientale, quella del presbiterio.
In tempi successivi la basilica subisce modifiche sostanziali: viene aggiunto il nartece, aperto un rosone gotico verso il Palazzo Ducale e la vetrata dei cavalli nella facciata, variando l’atmosfera stessa dell’antica fabbrica. Ogni modifica è legata a motivi strutturali, politici o di rappresentanza.

Impianto architettonico: l'interno

(Impianto architettonico: l'interno)

(Aménagement architectural : l'intérieur)

  L’entrata principale da ovest ha un portone ligneo della fine del X secolo, rivestito di lastre di rame e grate bronzee più antiche. A destra e a sinistra sono le entrate di San Clemente e di San Pietro. All’estremità nord della facciata, quella di Sant’ Alipio. Nel braccio nord la porta dei Fiori è racchiusa anch’essa da un cancello bronzeo.
Dal nartece si entra in chiesa attraverso quattro porte: quella centrale, quella di San Clemente e quella di San Pietro, in corrispondenza delle cappelle omonime, e, a nord, la porta della Madonna o di San Giovanni.
Sul fronte sud, sul limite della porta da mar, tra la porta e un’antica torre angolare viene costruito il battistero, caratterizzato da due cupole e da una volta che lo raccorda con le strutture della cappella Zen. La torre, d’incerta funzione, trasformata con la realizzazione della terza San Marco, è collegata internamente alla chiesa e alle murature del palazzo inglobate nella testa del transetto sud. Il manufatto ospita ora il Tesoro e il Santuario con le reliquie.

Impianto architettonico: la cripta

(Impianto architettonico: la cripta)

(Aménagement architectural : la crypte)

  Sotto il presbiterio e le cappelle laterali c’è la cripta a tre navate absidate. Nella centrale, sotto l’altare maggiore si trova l’antico sacello in cui era custodito il corpo dell’evangelista. La cripta è coperta da volte a botte incrociate, sostenute da colonnine con capitelli bizantini a semplice decorazione a cestino, databili tra la fine del X e l’XI secolo. A ovest della cripta, ad un livello inferiore, vi è uno spazio denominato “retrocripta” con le tombe dei patriarchi di Venezia dal 1807.

A causa di ripetuti incendi i matronei che coprivano le navate laterali dei bracci ovest, nord e sud della croce sono stati eliminati. I soli matronei rimasti sono quelli sopra le strutture murarie: sopra il nartece, la cappella di Sant’Isidoro, le murature di confine con il palazzo e i semicatini delle absidi nelle cappelle di San Pietro e San Clemente. Tutti gli altri sono ridotti a semplici passaggi.

Nella chiesa si definiscono l’area di pertinenza ducale nel transetto sud, strettamente connessa al palazzo attraverso passaggi e finestre a diversi livelli; l’area di pertinenza del primicerio e dei sacerdoti di San Marco nel transetto nord, legata alle rispettive canoniche. Attorno alla chiesa l’altezza e l’importanza degli edifici aumentano riducendo la luce all’interno dell’edificio sacro. Agli inizi del Quattrocento la Serenissima decide la realizzazione di due grandi bocche di luce, la vetrata dei cavalli in facciata e il rosone nel transetto sud verso il palazzo dei dogi.

Impianto architettonico: le cupole

(Impianto architettonico: le cupole)

(Disposition architecturale : les dômes)

  Le cupole, quella dell’ Ascensione al centro, dei Profeti sul presbiterio, della Pentecoste sopra la navata, di San Giovanni sul braccio nord e di San Leonardo sul braccio sud del transetto sono costituite da una semisfera in muratura che poggia su grandi volte di sostegno. Intorno al 1260 le cupole in muratura vengono ricoperte da cupole lignee di maggiori dimensioni sormontate da un cupolino su cui poggia una croce cosmica dorata.
Lastre di piombo di 2-3 millimetri di spessore ricoprono le cupole lignee e il cupolino

La costruzione: introduzione

(La costruzione: introduzione)

(Le chantier : présentation)

  L’attuale basilica di San Marco viene iniziata nel 1063 quando il doge Domenico Contarini affida la costruzione della chiesa ad un architetto, probabilmente greco, che utilizza antiche fondamenta e antiche murature di edifici preesistenti.
La chiesa viene consacrata l’8 ottobre 1094, quando il corpo di San Marco viene definitivamente deposto in un’arca marmorea collocata al centro della cripta sotto l’altare maggiore.

Da allora la basilica viene continuamente modificata, ingrandita, rivestita di marmi e mosaici, ornata di colonne e statue.
La decorazione musiva ha inizio nel 1071. Nel corso del XII secolo viene realizzato il nucleo essenziale del piano iconografico dell’interno.
Altri importanti cicli vengono realizzati nei secoli successivi.
Nei primi decenni del XIII secolo l’immagine della basilica subisce modifiche sostanziali: le facciate vengono ricoperte di marmi policromi e le cupole ricoperte da cupole più alte in legno rivestite di piombo, in modo da poter essere viste in lontananza.
La basilica è una sorta di organismo vivente in continuo mutamento lungo i secoli della sua storia.

La costruzione: approfondimenti

(La costruzione: approfondimenti)

(La construction : aperçus)

  La basilica di San Marco così come la vediamo oggi è la terza chiesa costruita nel medesimo sito e dedicata al santo.
Una prima chiesa, voluta come sepolcro del santo, viene costruita dopo l’anno 828 quando i Veneziani trasportano il corpo di San Marco da Alessandria d’Egitto, da dove viene trafugato. Sulla forma di questa prima chiesa sono possibili solo ipotesi basate sui pochi ritrovamenti archeologici. Sicuramente la prima san Marco ha dimensioni più piccole rispetto all’attuale. La struttura modificata di questa chiesa diventerà l’attuale cripta.

Nel 976 un incendio si estende da palazzo ducale alla chiesa, distruggendola in gran parte. Una seconda basilica sorge dal restauro che segue alla distruzione.

La costruzione della terza ed ultima basilica ha inizio nel 1063. Modifiche e trasformazioni si protraggono per secoli. E’ possibile ipotizzare tre fasi nella terza San Marco, coerenti con la sequenza degli avvenimenti politici e collegate a tre dogi della Serenissima: Domenico Contarini, Domenico Selvo e Vitale Falier.
Domenico Contarini da inizio alla costruzione nel 1063.
A partire dal 1071 Domenico Selvo avvia la decorazione musiva all’interno della chiesa non finita.
Vitale Falier la consacra e dedica a San Marco l’8 ottobre 1094.
Ultimata questa fase la chiesa appare con cinque cupole ribassate, ricca di colonne, cornici e capitelli ordinati a Costantinopoli e caratterizzata da un linguaggio romanico, in particolare nelle pareti di mattoni.
I primi vent’anni della nuova basilica sono attraversati da eventi rovinosi, grandi incendi e terremoti. In questo periodo vengono inglobate nei fronti nord e sud le preesistenti murature di San Teodoro e del Palazzo Ducale per irrigidire il sistema cupolato non sufficientemente stabile. Nel 1177 il doge Sebastiano Ziani realizza una terrazza su tutto il fronte e certamente amplia o completa il nartece ovest. Dalla terrazza si può osservare la nuova piazza San Marco, ottenuta dopo la copertura del rio Batario.

La costruzione: il XIII secolo - la gloria

(La costruzione: il XIII secolo - la gloria)

(La construction : le 13ème siècle - la gloire)

  Con la conquista di Costantinopoli nel 1204 Venezia è divenuta attore principale della IV Crociata.
Il contatto con l’architettura orientale spinge la Serenissima ad adeguare la sua immagine a quella della capitale.
L’architettura della chiesa del XII secolo da poco compiuta, vive una breve stagione.
Nei primi decenni del XIII secolo i grandi arconi della facciata vengono rivestiti di lastre di marmo. Le navi portano a Venezia materiali lapidei raccolti lungo i viaggi in Oriente: colonne e capitelli, interi complessi marmorei smontati da edifici in decadimento o acquistati dagli stessi Veneziani. La maggior parte di questi “trofei” vanno a collocarsi sulle facciate in mattoni.
Vengono innalzate le cupole lignee ricoperte da piombo, in modo da essere viste dal mare.
Siamo alla fine della seconda metà del XIII secolo. Venezia è all’apice della sua gloria e potenza commerciale. Una chiesa di marmi policromi e mosaici si innalza su una piazza di mattoni rossi mentre le facciate degli edifici che la circondano sono in gran parte affrescate.

La costruzione: XIV secolo

(La costruzione: XIV secolo)

(Construction : 14ème siècle)

  Al Doge Andrea Dandolo (1343-1354), illustre storiografo ed amico del Petrarca si devono importanti interventi, da lui ideati quando ancora riveste la carica di Procuratore di San Marco: fa erigere il battistero (prima metà del XIV secolo) che occupa un’area che si ritiene fosse un antico portico aperto, di passaggio tra il Palazzo Ducale e la chiesa, dove il Doge è tutt’ora sepolto.

Nella seconda metà del secolo Andrea Dandolo fa costruire anche la cappella di Sant’ Isidoro, a lato del transetto nord.

La costruzione: XV secolo

(La costruzione: XV secolo)

(Construction : XVe siècle)

  II grande incendio del 1419 chiude l’epoca bizantina e veneziana della chiesa e apre quella di un cantiere gestito da lapicidi toscani.
Le lunette del registro superiore delle facciate sono decorate sotto la guida di Nicolò Lamberti.

Dal 1425 al 1433 è proto Paolo di Dono, detto Paolo Uccello, che codifica l’uso del cartone nella realizzazione del mosaico.

In questo secolo viene realizzata anche la decorazione musiva della Cappella dei Mascoli, con scene della vita della Vergine.

La costruzione: XVI - XVII - XVIII secolo

(La costruzione: XVI - XVII - XVIII secolo)

(La construction : XVI - XVII - XVIII siècle)

  Dal 1529 al 1570 opera in basilica Jacopo Sansovino, proto di San Marco. A lui si deve la cerchiatura delle cupole e il sistema dei contrafforti, per contenere le spinte delle cupole sopraelevate rivestite in piombo.
Realizza l’altare del Santissimo nel presbiterio, come la porta del Paradiso, le statue degli evangelisti e il grande fonte battesimale nel battistero.

Durante i secoli XVII e XVIII si realizzano nuovi grandi mosaici in sostituzione di quelli dissestati antichi e si procede alla manutenzione sistematica della chiesa.

La costruzione: XIX secolo

(La costruzione: XIX secolo)

(La construction : XIXe siècle)

  Caduta la Repubblica nel 1797, Napoleone divide la chiesa da Palazzo Ducale nel 1807 e la assegna al patriarca. Si creano le premesse di una nuova vita per la chiesa di San Marco, ora non più cappella ducale, bensì nuova cattedrale di Venezia.
Il monumento è oggetto di adattamenti liturgici e di conservazione.

Il primo cantiere ottocentesco vede impegnata l’ Austria in ben 46 anni di attività. Dal 1853 al 1866 dirige i lavori l’ingegnere Giovambattista Meduna.
A questi succede nel 1887 l’ingegnere Pietro Saccardo fino al 1902.
Il Meduna e il Saccardo sono due facce del modo di affrontare la conservazione. Il primo con la sostituzione dei pezzi deteriorati, allora assolutamente normale, il secondo con la conservazione assoluta di tutto, secondo la tesi di John Ruskin che riconosce nella materialità dei monumenti i segni della passione e della capacità tecnica dei costruttori del passato.

II restauro della facciata sud, operato dal Meduna dal 1865 al 1875, chiude il periodo delle sostituzioni e apre quello della conservazione pura. Nel 1881 Saccardo istituisce lo Studio di mosaico, tutt’ora funzionante, che si occupa della conservazione del manto musivo.

La costruzione: XX secolo - la caduta del campanile

(La costruzione: XX secolo - la caduta del campanile)

(La construction : XXe siècle - la chute du clocher)

  Il 14 luglio 1902, verso le 10 del mattino, il campanile di San Marco crolla quasi improvvisamente, abbattendosi su se stesso. Dopo la caduta, il nuovo proto Manfredo Manfredi attua una rigorosa attenzione a ogni aspetto strutturale della basilica.
Lo affianca Luigi Marangoni che sperimenta il restauro dei mosaici senza rimuoverli dalla posizione originaria dopo aver tolto le murature alle loro spalle. Il “restauro da dietro” evita di creare l’evidenza dei quadrati di mosaico staccati e riapplicati.
Nel 1948 Ferdinando Forlati lo sostituisce proponendo nuove soluzioni per consolidare i pilastri. Egli, secondo il suggerimento di Angelo Giuseppe Roncalli, prima patriarca e poi papa Giovanni XXIII, realizza la rotazione dei plutei, inseriti nell’iconostasi che divide il presbiterio dalla navata, capolavoro gotico (1394) dei fratelli Dalle Masegne, consentendo la massima visibilità delle funzioni liturgiche.

Nella fase attuale la basilica di San Marco mette a frutto le esperienze di ormai due secoli di interventi all’avanguardia nella tecnologia e nella storia del restauro in Italia e nel mondo.
La Procuratoria di San Marco, attraverso un gruppo di tecnici e restauratori guidati dal proto, cura ogni pezzo del monumento, utilizzando le tecniche antiche come le più moderne per evitare la perdita di questa viva eredità di un passato in cui si riconoscono Oriente e Occidente.

Il pavimento: introduzione

(Il pavimento: introduzione)

(Le sol : introduction)

  Nell’arco alto-adriatico sono numerosi gli esempi di pavimenti musivi, ma quello di San Marco si impone per grandiosità, preziosità e rarità dei marmi orientali, occidentali e nordafricani utilizzati, come pure per lo splendore degli smalti e per varietà di scene desunte dal simbolismo e dalla letteratura medievale o ispirate da stoffe orientali e occidentali.
Il tutto è basato su un programma iconografico assai complesso per noi, ma di più facile intuizione per l’uomo del Medioevo. Il pavimento marmoreo riveste fin dall’origine tutta l’area della basilica come un grande tappeto orientale caratterizzato da diversi tipi di lavorazione.
Tra tutti prevale l’opus sectile, dove i pezzi di marmo accostati formano le figure geometriche più varie.
Sono presenti anche figure di animali (pavoni, aquile, colombe, galli, volpi) che si rifanno ai significati simbolici dei bestiari medievali.
Il pavimento sottolinea, sia nell’atrio che nell’interno, i punti focali della struttura architettonica.

Questo preziosissimo manufatto ha subito nel corso dei secoli continui restauri e rifacimenti, con moltissime sostituzioni dovute alla fragilità del materiale e all’usura a cui è da sempre sottoposto.

Il pavimento: un tappeto di 2099 metri

(Il pavimento: un tappeto di 2099 metri)

(Le sol : un tapis de 2099 mètres)

  Il pavimento della basilica di San Marco è un vero e proprio tappeto marmoreo che si estende per ben 2099 metri quadrati.
Seguendo i presupposti dell’architettura religiosa bizantina, anche per San Marco è stato rispettato il principio della bipartizione tra zona terrena (pavimento e pareti) e parte celeste (volte e cupole) la cui destinazione e funzione sono sottolineate dal diverso materiale di rivestimento delle murature.
La parte superiore dell’edificio assume una connotazione vistosamente celeste e metafisica, per la luce prodotta dalle tessere di vetro a vari colori o a foglia d’oro, simboleggianti la luce paradisiaca. La zona inferiore, invece, sottolinea la natura terrena per la consistenza del marmo delle pareti (ricco di colori, ma spenti, e di segni geometrici) e del pavimento.

Il pavimento: opus sectile e opus tessellatum

(Il pavimento: opus sectile e opus tessellatum)

(Le sol : opus sectile et opus tessellatum)

  Convivono nel pavimento marciano l’opus sectile (ottenuto dall’accostamento dei pezzi di marmo di vari colori che formano le geometrie più varie) e l’opus tessellatum (ottenuto da piccolissimi pezzetti di marmi o di vetri in grado di dar vita a figure floreali o animalistiche) con netta prevalenza in San Marco del primo sul secondo.
Entrambe le tecniche hanno origine nell’antichità, come è documentato da Varrone, Vitruvio e Plinio. La compresenza delle due tecniche nella basilica marciana ci testimonia l’ampia disponibilità di mezzi del ducato non solo per l’accaparramento di marmi preziosissimi, ma anche per garantirsi la mano d’opera di artigiani che, con ogni probabilità, come gli architetti e i mosaicisti, vengono fatti venire a Venezia da Costantinopoli o dalla Grecia bizantina.
L’insieme del pavimento nasce dall’accostamento di vari pannelli di dimensioni diverse e con motivi geometrici e figurati; altre superfici in zone assai illuminate, come quelle sottostanti le cupole della Pentecoste e dell’Ascensione, sono rivestite da grandi lastre di marmo greco proconnesio, uno dei primi marmi ad essere tagliato in lastre.

Il pavimento: le geometrie

(Il pavimento: le geometrie)

(Le sol : les géométries)

  L’organizzazione delle geometrie è regolare e la dislocazione rispetta possibilmente i principi della simmetria.
La navata centrale si presenta con una successione di ampie decorazioni piuttosto lineari.
Presso l’entrata è posto un grande rettangolo decorato a spina di pesce che include un rettangolo centrale minore con decorazione analoga. Procedendo verso il presbiterio troviamo un secondo grande rettangolo che comprende due file di rombi e rote (“ruote”) policrome, intervallate da quattro quadrati che si alternano a tre rombi. I bracci del transetto contengono due quadrati: in quello settentrionale sono incluse decorazioni di cinque rote bizantine maggiori e quattro minori interposte tra l’una e l’altra. In quello meridionale un tappeto a losanghe con cornice è seguito, verso sud da quattro rote bizantine. In questo schema rigorosamente geometrico si trovano sui margini, animali simbolici ed elementi floreali, tra cui si impongono, per preziosità cromatica e raffinatezza esecutiva, le due coppie di pavoni della navatella destra, o meridionale, conservate quasi integre.

Le pietre e i marmi : introduzione

(Le pietre e i marmi : introduzione)

(Pierres et marbres : introduction)

  Dopo la conquista di Costantinopoli nel 1204, Venezia ha l’opportunità di disporre di una grande quantità di marmi preziosi appartenenti ad edifici sacri e profani della capitale dell’impero romano d’oriente.
A San Marco giungono moltissimi manufatti in marmo che vanno a decorare le facciate e l’interno della basilica.

I marmi più vari vengono utilizzati in funzione simbolica, a seconda delle loro caratteristiche e del loro colore.

Le pietre e i marmi : i materiali marmorei

(Le pietre e i marmi : i materiali marmorei)

(Pierres et marbres : matériaux marbrés)

  Gli elementi marmorei sono un aspetto estremamente interessante nell’ambito della decorazione della basilica sia che riguardino i rivestimenti che gli arredi liturgici. La maggior parte di questi pezzi è materiale di reimpiego e proviene per lo più da edifici di Costantinopoli o da regioni ad essa collegate. L’importazione a Venezia di questi manufatti è documentata a partire dal lX secolo, ma è in seguito alle vicende della Crociata del 1204 che l’afflusso dei marmi si fa più massiccio.

Nel programma della decorazione di San Marco viene seguito il criterio tardoantico, che tiene conto, per i materiali marmorei, anche delle loro caratteristiche di colore e composizione, utilizzati in funzione simbolica. I marmi sono usati per sottolineare determinate funzioni o l’importanza di certi spazi, seguendo una prassi che dalla tarda antichità sopravvive nella tradizione simbolico-decorativa dell’lmpero bizantino e in parte anche nel Medioevo occidentale.

Le pietre e i marmi : il porfido rosso

(Le pietre e i marmi : il porfido rosso)

(Pierres et marbres : porphyre rouge)

  La pietra più preziosa è il porfido rosso, legato alla simbologia imperiale dall’età tardoantica, associato alla porpora, sostanza e colore simbolo di regalità e divinità. Di questo marmo sono composti, tra gli altri, il gruppo dei Tetrarchi (facciata sud) e la tribuna del doge (interno). All’epoca in cui i Veneziani costruiscono San Marco, la porpora, e di conseguenza il porfido, sono legati a una forte simbologia imperiale e divina propria dell’Impero bizantino: trovarsi di fronte a un manufatto di porfido significa avere un oggetto legato a una committenza imperiale. In San Marco l’uso del porfido è legato a quelle sistemazioni che servono a sottolineare la grandezza politica e la gloria di Venezia, senza alcuna implicazione religiosa: il gruppo dei Tetrarchi nell’angolo del Tesoro a evidenziare l’ingresso verso il palazzo ducale, le colonne poste come decorazione della porta centrale della facciata ovest della basilica quasi come un arco trionfale, o agli angoli della facciata stessa, come a delimitare uno spazio regale. All’interno della basilica gli unici elementi in porfido si trovano nel cosiddetto “ambone” meridionale, in origine la tribuna del doge, altro simbolo di potere. A volte, in mancanza di porfido, è stato utilizzato il marmo iassense, di colore rosso scuro venato di bianco, in particolar modo per i rivestimenti parietali, solo con intenti decorativi. Un altro marmo prezioso con macchie violacee o rossastre, il marmo docimio o pavonazzetto è presente sempre in posizione privilegiata, come le colonne poste nell’ abside.

Le pietre e i marmi : gli altri marmi

(Le pietre e i marmi : gli altri marmi)

(Les pierres et marbres : les autres marbres)

  Secondo la gerarchia dei marmi imperiali, dopo il porfido seguono i marmi verdi (come il serpentino, usato in San Marco per piccoli oggetti o il verde di Tessaglia), poi il bianco e nero di Aquitania. Il verde di Tessaglia e bianco-nero di Aquitania sono usati in ambito imperiale per sarcofagi e lastre di rivestimento. In San Marco la breccia di Aquitania è presente sotto forma di fusti di colonna, a decorare le porte del nartece o il portale principale della facciata ovest o quello della facciata meridionale; la breccia verde di Tessaglia, più diffusa, è usata, oltre che per fusti di colonna, anche per lastre di rivestimento, elementi di arredo liturgico, come l’ambone settentrionale, utilizzato per le letture liturgiche, e il ciborio dell’ altare; è poi presente una mensa d’altare in verde di Tessaglia come rivestimento parietale della facciata settentrionale e una lastra, forse di sarcofago, sempre nello stesso marmo, e inserita nel muro del Tesoro. Infine i marmi venati vengono usati in funzione decorativa sfruttando la disposizione delle venature stesse: ad esempio le colonne in proconnesio, marmo bianco con venature grigiastre, sono disposte in modo da rispettare corrispondenza e simmetria in base alla disposizione orizzontale delle venature.
Per quanto riguarda i rivestimenti parietali, le lastre sono tagliate in modo tale che le venature formino decorazioni geometriche. Esempi chiari si notano nel rivestimento interno dove le venature delle lastre formano ampie fasce a “zig-zag” o losanghe disposte in senso verticale od orizzontale.

La basilica di San Marco, iniziata nel 1063, viene costruita su fondazioni e murature di una chiesa precedente, anch’essa dedicata al santo. Il modello per questa nuova chiesa, molto più grande della precedente, è la basilica dei dodici Apostoli di Costantinopoli.

(La basilica di San Marco, iniziata nel 1063, viene costruita su fondazioni e murature di una chiesa precedente, anch’essa dedicata al santo. Il modello per questa nuova chiesa, molto più grande della precedente, è la basilica dei dodici Apostoli di Costantinopoli.)

(L'église Saint-Marc, commencée en 1063, a été construite sur les fondations et avec les murs d'une ancienne église également dédiée au saint. Le modèle de cette nouvelle église, beaucoup plus grande que l'ancienne, était la Basilique des Douze Apôtres à Constantinople.)

La Basilica di San Marco a Venezia Tour con Guida

(La Basilica di San Marco a Venezia Tour con Guida)

(Visite de la basilique Saint-Marc à Venise avec guide)

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